“Tobino – Basaglia: Amici Nemici “, con la prof.ssa Isabella Tobino. Conferenza del Lunedì 8.4.’24
Tobino. anche i matti sono creature degne d’amore.
Il prossimo 8 aprile, alle ore 17, in Sala Colombo, UNITRE Barga invita alla conferenza sul tema “Tobino – Basaglia: Amici Nemici “,con la Prof.ssa Isabella Tobino che tenterà di dimostrare come la contrapposizione Tobino-Basaglia sia frutto soprattutto di una strumentalizzazione politica, mentre il messaggio umano dei due grandi psichiatri nei confronti dei malati si basa sugli stessi principi e comportamenti.
La professoressa è nipote del grande scrittore e medico Mario Tobino ed è Presidente della Fondazione Mario Tobino, istituita il 1° Marzo 2006, all’ex manicomio di Maggiano.
In una precedente conferenza su “Tobino e la sua comunità”, Isabella ha narrato la straordinaria umanità della vita dell’uomo, del poeta, dello scrittore e dello psichiatra, attraverso i ricordi personali e la proiezione di foto d’epoca e più recenti dell’ex-Ospedale Psichiatrico dove Mario Tobino ha vissuto 40 anni della sua vita.
Alla conferenza farà seguito, sabato 13 p.v., una escursione in quel luogo, oggi aperto a visite guidate e a convegni di studio di carattere psichiatrico e letterario; già si sono iscritte 35 persone, soci e simpatizzanti di UniTre Barga!
La Fondazione Mario Tobino, ha lo scopo di conservare, valorizzare, ma soprattutto mettere a frutto e sviluppare la grande eredità culturale di Mario Tobino, riportare alla luce le vicende dell’Ospedale di Fregionaia fin dalla sua istituzione, recuperare la memoria storica di un’intera comunità, favorire l’indagine critica della produzione letteraria tobiniana e allo stesso tempo farsi strumento di promozione del dibattito regionale e nazionale destinato a progettare il futuro dell’assistenza psichiatrica.
Isabella Tobino, dopo aver conseguito la maturità classica all’istituto Statale S.S. Annunziata di Firenze, si è laureata in Lettere all’Università di Pisa ed ha svolto attività di insegnante di lettere nelle scuole superiori fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Si è sempre impegnata nel volontariato, svolgendo servizio attivo in AGESCI, nella CRI, nel Rotary Club.
Un incontro che si preannuncia davvero interessante perché il tema della malattia mentale, come afferma Tobino, è ”un grande mistero”.
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(qualcosa in più, per conoscere)
Chi era Tobino?
(Al link soprastante) Mario Tobino racconta la sua straordinaria esperienza di psichiatra: trentacinque anni vissuti da medico e direttore nell’ospedale psichiatrico di Lucca, alloggiando all’interno, nelle due stanzette che ci mostra il filmato. Sono le stesse stanze in cui, da scrittore, ha steso i suoi libri. E il manicomio è lo stesso che ha narrato nelle pagine di Le libere donne di Magliano.
Ho avuto sempre frequenza con i deliri, e non ci sono neppure stato male
Tobino ricorda che da studente aveva già la predisposizione “a leggere oltre le fronti” e ad immedesimarsi: insomma, a diventare psichiatra. Traccia il bellissimo ritratto di una sua paziente del contado “affetta da un delirio di danno, di rovina, preda di una tirannia nazista di questo suo delirio”, che un giorno si riprende grazie al riemergere dell’amore per i suoi due figli.
Anche i matti sono creature degne d’amore.
Mario Tobino nasce il 16 gennaio 1910 a Viareggio. Nel 1936 si laurea in medicina all’Università di Bologna. Esordisce in letteratura nel 1934 con i versi Poesie per poi dedicarsi alla narrativa dal 1942 con il romanzo Il figlio del farmacista e i racconti di La gelosia del marinaio. Dopo la sua esperienza in Libia, a seguito della seconda guerra mondiale, trae ispirazione per due romanzi: Il deserto della Libia e Il perduto amore. Da Il deserto della Libia nascono due differenti adattamenti cinematografici: Scemo di guerra di Dino Risi e Le rose del deserto di Mario Monicelli. Partecipa alla Resistenza contro il nazifascismo. Nel 1962 vince il premio Strega con Il clandestino e nel 1972 il Campiello con i racconti di Per le antiche scale. In questo periodo conosce la futura moglie, la sorella della scrittrice Natalia Ginzburg. È direttore dell’ospedale psichiatrico di Lucca. Pubblica il suo ultimo romanzo Il manicomio di Pechino nel 1990 e muore un anno dopo ad Agrigento, dove è andato a ritirare il Premio Luigi Pirandello.
Mario Tobino fu protagonista del Novecento e delle trasformazioni del cosiddetto “Secolo breve”: dalla resistenza antifascista all’ascesa della psicanalisi e delle neuroscienze. Attraverso i suoi scritti trasformò la letteratura in una forma di denuncia, ogni sua opera era una“ lettera aperta” che toccava nel profondo le coscienze degli italiani. Tanto basta a fare di Tobino una figura singolare che concilia in sé le concezioni apparentemente opposte di scienza e letteratura, di ragione e poesia: lo scrittore psichiatra, fondatore di un nuovo umanesimo.
https://www.sololibri.net/Mario-Tobino-vita-e-opere.html
Chi era Basaglia?
Franco Basaglia: 100 anni dalla nascita dello psichiatra che ispirò la chiusura dei manicomi.
Franco Basaglia – psichiatra e neurologo nato a Venezia l’11 marzo 1924 – ha rivoluzionato l’ambito della salute mentale, riformando la disciplina psichiatrica in Italia. Ha ispirato la Legge numero 180 del 13 maggio 1978, la cosiddetta Legge Basaglia, per chiudere gli ospedali psichiatrici nel nostro Paese e promuovere radicali trasformazioni nella cura dei pazienti affetti da disturbi mentali. https://www.rainews.it/tgr/marche/video/2024/03/franco-basaglia-100-anni-dalla-nascita-dello-psichiatra-che-ispiro-la-chiusura-dei-manicomi-d558845f-ff3a-4ecb-b8aa-46cb049280d5.html
Cosa ha fatto Franco Basaglia
Franco Basaglia nasce a Venezia l’11 marzo 1924. Dopo 13 anni come docente di psichiatria all’Università di Padova, nel 1961 vince il concorso di direttore all’ospedale psichiatrico di Gorizia, dove entra in contatto con le terribili condizioni di vita delle persone ricoverate: uomini, donne e persino ragazzi, spesso vincolati nelle camicie di forza o nei letti di contenzione, sottoposti a trattamenti inumani come elettroshock, lobotomie e bagni ghiacciati; sedati con un uso massiccio di psicofarmaci.
In quegli anni, infatti, le persone con sofferenza psichica sono considerate pericolose per sé e per gli altri e quindi sono tenute separate e nascoste dal resto della società in luoghi chiusi e isolati, quali erano appunto i manicomi, dove spesso vengono sostanzialmente abbandonate. Non c’è cura ma controllo.
Come ha scritto alcuni anni fa Peppe dell’Acqua, allievo di Basaglia: «La malattia nascondeva ogni cosa. I nomi e le passioni, le storie e i sentimenti, i bisogni e le emozioni non hanno mai abitato quel luogo. E la cura, neanche a pensarci».
A Gorizia allora, insieme a un gruppo di giovani psichiatri, Basaglia inizia la sua battaglia per restituire diritti e dignità ai pazienti del manicomio: abolisce contenzioni fisiche ed elettroshock e sostiene un nuovo rapporto tra medico e paziente, non più verticale ma orizzontale, basato sull’ascolto e sulla parola, in cui pazienti e operatori hanno pari dignità e pari diritti. Cambia anche la vita quotidiana dell’ospedale, con momenti di festa e aggregazione, gite e laboratori artistici e teatrali.
Si iniziano ad aprire le porte dei padiglioni e i cancelli della struttura, ma il tentativo di Basaglia di superare l’istituzione manicomiale e portare l’assistenza psichiatrica sul territorio fallisce, a causa della resistenza dell’amministrazione locale.
Nel 1968, i frutti dell’esperienza all’ospedale di Gorizia sono raccolti in un libro, scritto con la collaborazione della moglie Franca Ongaro, che diventa il manifesto del movimento di Basaglia: “L’istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico”.
Nel 1970, lo psichiatra lascia Gorizia e accetta l’invito a dirigere l’ospedale psichiatrico di Colorno, in provincia di Parma, ma anche qui il processo di trasformazione avviato da Basaglia si scontra con numerose difficoltà, burocratiche e politiche.
Nel 1971, Basaglia vince il concorso per la direzione dell’ospedale psichiatrico di Trieste, dove il presidente della Provincia Michele Zanetti, da cui all’epoca dipendeva il manicomio, gli garantisce piena libertà di azione, appoggiando il suo progetto di superamento del manicomio e di un’organizzazione territoriale della psichiatria. È la cosiddetta “deistituzionalizzazione”.
https://www.casadellacarita.org/approfondimenti/franco-basaglia-100-anni/
Chi è Isabella Tobino?
Isabella Tobino nasce a Viareggio il 15 gennaio 1947. Ha fatto l’insegnante di lettere per 35 anni. Attualmente in pensione, si dedica alla Fondazione Mario Tobino, ai due nipotini e allo spazio in campagna, di proprietà di famiglia, a Piano di Mommio.