“I secoli d’oro della vela”. Massimo Talini tratteggia la lunga storia della navigazione. Alla Sala Colombo la conferenza di Lunedì 17 Febbraio 2025.
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“I secoli d’oro della vela” è il tema della conferenza di lunedì 17 febbraio 2025, alle ore 17 alla Sala Colombo. Sarà Massimo Talini a presentarlo. Massimo è uno dei fondatori di UniTre Barga. Ufficiale della Marina Militare in congedo, ha conseguito la Laurea specialistica in Scienze marittime e navali presso l’Accademia navale di Livorno. Abilitato per l’insegnamento di navigazione, astronomia nautica e meteorologia, ha insegnato navigazione presso vari Istituti Nautici della Toscana. È autore di due pubblicazioni, l’una dedicata alla navigazione e l’altra all’astronomia.
Data l’ampiezza dell’argomento, verrà tratteggiata sommariamente la lunga storia della navigazione dai primordi sino alla fine del 1800, illustrando le principali tipologie di navi, sia per la dotazione velica che per il sistema costruttivo. Anche con l’aiuto di immagini, si inizia dalla propulsione mista velica – remiera fino alla propulsione mista velica – vapore, ricordando i più famosi scontri navali nel Mediterraneo e sulle coste dell’Atlantico.
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La vela è considerato l’evento più importante verificatosi nel corso della storia dell’arte marinaresca in un arco di tempo che può valutarsi intorno ai 6000 anni. Un po’ come l’invenzione della ruota per il movimento sulla crosta terrestre.
Le capacità di osservazione dell’uomo primitivo si sono affinate in fretta nei secoli e sono state indispensabili nella lotta per la sopravvivenza
Sulla strada dell’evoluzione, l’uomo primigenio non ha messo molto a notare l’effetto del vento sulla vegetazione e a capirne le possibilità, dato che il vento faceva pressione anche sul suo corpo.
Perché non alleviare la fatica della pagaia? Prima portandosi apprezzo qualcosa come un ramo frondoso che in caso di vento potente potesse essere alzato quando il vento spirava nella direzione desiderata.
Anche l’albero dello stemma di Barga poteva avere all’inizio un effetto decorativo, poi i bargei compresero che era invece propulsione complice il vento 😊
Da lì il passo a farne una vera e propria stuoia da alzare al vento sarà stata la realtà, poi arrivare ad usare tessuto e stoffa fu un passo semplicissimo. Ma, dare una forma alla fronda vegetale, alla stuoia e poi al tessuto per migliorarne l’effetto di schermo e spinta controllabile. Tagliare geometricamente la superficie da esporre al vento. Non fu immediato l’arrivo della tecnologia per la rotazione dell’albero che tiene la vela, per sfruttare i cambiamenti della direzione d’arrivo del vento.
È l’archeologia che scopre le carte del passato. Le prime tracce di imbarcazioni spinte dal vento risalgono addirittura al 6000 a.C. In Occidente furono gli Egizi i primi a farne un uso massiccio e documentato a partire dal 4000 a.C. con le loro imbarcazioni di canne di papiro; in seguito Greci, Fenici ed Arabi se ne servirono per esplorare, commerciare e dominare le rotte dei mari. Ci vogliono secoli per i passi in avanti nella tecnologia per la efficienza della vela. Le prime vele triangolari, dette “vele latine”, furono probabilmente di ispirazione araba e fecero la loro comparsa nel Mediterraneo dal IX secolo.
“Le vele latine si diffusero sulle imbarcazioni più moderne e andarono spesso ad affiancare le tradizionali vele quadre che continuarono ad essere utilizzate durante tutto il “periodo d’oro della navigazione a vela” (dal XVI al XIX secolo). Il periodo d’oro vide il fiorire di molti altri tipi di vele con migliori capacità di risalire il vento come la vela aurica, il fiocco, la vela di straglio e la randa, finché, intorno al 1870 le navi a vapore in circolazione iniziarono a superare i velieri per numero, determinando un rapido declino della navigazione commerciale a vela. Nel 1875 solo tre paesi continuavano a costruire velieri: Canada, Norvegia e Italia.”
Nella storia della vela è interessante ricordare che, in special modo nel XVII secolo, esperti ne erano anche i pirati. Fra le principali prede delle scorrerie piratesche erano i navigli olandesi. Questo suggerisce che la vela è stata protagonista anche nelle disgraziate situazioni di guerre e scontri, appunto navali!
Per rispondere a tali minacce gli olandesi svilupparono dei velieri veloci ed agili chiamati jachtschip (dall’olandese “jacht”, navi cacciatrici) i quali avevano il compito di inseguire e catturare i vascelli pirata. Più tardi queste agili imbarcazioni furono largamente usate anche a fini sportivi.
La vela è anche simbolo di orgoglio nazionale con la nave veliero a motore Amerigo Vespucci, ambasciatrice dell’Italia. Varata nel 1931 a Castellammare di Stabia, ancora oggi il Vespucci della Marina Italiana solca i mari per missioni diplomatiche e campagne di istruzione.