Guido Giacometti, lunedì 20 Febbraio con UNITRE “Frontiera adriatica, una storia controversa”
Guido Giacometti “apre la valigia dei ricordi e ci porta a incontrare il suo passato da bambino, esule istriano”. Oggi, Giacometti è il referente per la Toscana della Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD)
Un incontro alla Sala Colombo a Barga, Lunedì 20 Febbraio ore 17,00, nel quale condividerà l’esperienza a la riflessione, per superare l’oblio del tempo, l’odio e le strumentalizzazioni, proprio come l’intento dell’10 Febbraio, Giornata del Ricordo, voluta con la legge 30 marzo 2004 n. 92,”al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.
Serve per conoscere cosa furono i massacri delle foibe, che cosa sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Il nome di tali eccidi deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia “foibe“) dove furono gettati non soltanto i corpi delle vittime ma in tanti casi persone ancora in vita.
Il fenomeno, seguente agli eccidi noti come massacri delle foibe fu l’esodo giuliano dalmata, noto anche come esodo istriano, è un evento storico consistito nell’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e di lingua italiana dalla Venezia Giulia (comprendente il Friuli Orientale, l’Istria e il Quarnaro) e dalla Dalmazia, nonché di un consistente numero di cittadini italiani (o che lo erano stati fino poco prima) di nazionalità mista, slovena e croata, che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale (1945) e nel decennio successivo.
Il racconto del Giacometti serve per capire lo sradicamento culturale e sociale, la sofferenza e i lutti che hanno investito quelle popolazioni italiane anche a guerra finita. Serve a ricostruire una memoria italiana, per molti anni rimasta nascosta alla grande opinione pubblica.
La data prescelta per la Giornata del Ricordo è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia.
Gli esuli furono circa 300 mila, tuttavia ciò che conta non è la cifra assoluta, ma il fatto che a doversene andare fu comunque la quasi totalità del gruppo nazionale italiano e non soltanto.
“Attenzione, ha dichiarato Giacometti,: non si tratta di fare un paragone tra eventi, Shoah e foibe sono due eventi non paragonabili, di natura e dimensioni radicalmente diverse. Si parla di abissi del male, e quindi non ha senso fare paragoni. Ma si tratta di rendere giustizia a un pezzo di storia che è stato trascurato in tutta Europa”.
Della sua biografia ricordiamo: Guido Giacometti è nato a Trieste il 19 marzo 1948 durante l’esodo da Pola della famiglia originaria di Dignano d’Istria e si è poi stabilito a La Spezia.
Ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno e si è laureato in Ingegneria elettronica presso il Politecnico di Torino. Dopo vari incarichi nella Marina Militare, da Ufficiale Superiore, è passato alla vita civile collaborando con società italiane e straniere.
Dal 2018 è responsabile per la Regione Toscana dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. In questa veste ha svolto molti interventi e conferenze sulla storia della Frontiera Adriatica.