Raccontare del Duomo di Barga, dello scifo e della collegiata. La V A del Linguistico alla Sala Colombo per UniTre Barga. Lunedì 20.01.2025
UNITRE Barga è lieta di presentare lunedì 20 gennaio, ore 17, alla Sala Colombo, l’incontro sul tema “La Collegiata di San Cristoforo: un esempio di Romanico a Barga”, tenuto dalla classe 5ªA Liceo Linguistico G. Pascoli. La stessa classe nell’anno passato ci aveva presentato il risultato di un lavoro di indagine e approfondimento sul periodo trascorso da Ludovico Ariosto a Castelnuovo, in qualità di Commissario, dal 1522 al 1525 , sotto la guida della Prof. Silvia Redini.
Anche in questa occasione gli studenti sono protagonisti di una ricerca sul territorio con la finalità di concepirsi cittadini responsabili del bene comune, utilizzando la conoscenza e spinti dalla sensibilità verso le risorse culturali e artistiche del luogo.
La loro attenzione è stata rivolta al Duomo di Barga, la Collegiata di San Cristoforo, un gioiello romanico ampliato nel corso dei secoli, in cui si evidenziano elementi architettonici e decorativi di suggestiva bellezza.
Durante l’intervento, con l’aiuto di materiale audiovisivo realizzato in studio autoregolato, saranno esplorati i tratti distintivi, gli aspetti iconografici e simbolici, i materiali e le tecniche del linguaggio figurativo dello stile Romanico, approfondendo l’aspetto architettonico.
In particolare, gli studenti si soffermeranno sulla descrizione della facciata e del fianco sinistro, comprendente il bassorilievo dedicato alla leggenda dello “Scifo d’oro” di San Nicola. Per l’interno la narrazione interesserà il pulpito medievale.
Infine, relazioneranno su usi e costumi soffermandosi sulla tradizionale pratica dei “campanari di Barga”.
Il progetto didattico è stato promosso dalla Prof.ssa di Storia dell’arte, Rosita Canini, laureata in scenografia teatrale presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, già tecnica della Moda e del Costume con specializzazione post-laurea in didattica delle discipline pittoriche e fotografia, e condiviso con il docente di Lettere, Prof. Vincenzo Bellino, da tempo apprezzato relatore delle conferenze UniTre.
Per capir meglio, qualche appunto
Chiesa collegiata, cioè chiesa che, senza essere cattedrale, ha un capitolo collegiale.
A Barga si tratta del Duomo. Anche del suo edificio.
Ed anche per Barga il Capitolo collegiale: è un gruppo di presbiteri incaricato di assicurare la celebrazione del culto con continuità e solennità.
Dell’origine dell’edificio e della Collegiata ne scrive così il sito della Diocesi di Pisa:
“Le origini dell’edificio risalgono alla prima metà dell’XI secolo, allorché era intitolo ai Ss. Cristoforo e Jacopo. Nella seconda metà del secolo successivo la chiesa venne ampliata, ruotandola di 90 gradi e creando un imponente edificio a schema basilicale. Un ulteriore rimaneggiamento, con l’innalzamento delle navate laterali e la costruzione dell’ambone, conservato ancor’oggi, avvenne nella prima metà del XIII secolo. Un successivo ampliamento fu realizzato nella seconda metà del Trecento, mentre nel XVI secolo furono aggiunte tre cappelle. Danneggiato nel terremoto del 1920, fu radicalmente restaurato tre il 1926 e il 1939.
Il 23 gennaio 1390 il vescovo di Lucca vi trasferì il titolo, la giurisdizione e i beni della pieve di Loppia e la chiesa assunse il titolo di S. Maria, S. Cristoforo e S. Jacopo, ridotto al solo S. Cristoforo nel 1642. Barga fu unita alla diocesi di Pisa il 18 luglio 1789.
La prima notizia della Collegiata si trova nella bolla di Alessandro IV del 1256 con la quale viene concesso il fonte battesimale alla chiesa di Barga. Non si hanno notizie della Collegiata dal sec. XV alla seconda metà del sec. XVII. Essa risorse nel 1673 a seguito della donazione testamentaria di don Leonardo Sarti, rettore di Sommocolonia.
La Collegiata si componeva di 12 Canonici, un Arcidiacono (nominato dalla famiglia Carlini per diritto di patronato) e un Arciprete (nominato, per lo stesso motivo, dalla famiglia Bertacchi). Essa era presieduta dal Pievano (poi proposto) di Barga.”
La porta laterale, quella che guarda verso la Loggetta del Podestà, è sovrastata da un bassorilievo attribuito allo scultore romanico Biduino (XII secolo), opera di grande interesse artistico che raffigura una scena conviviale, il Miracolo dello “Scifo d’Oro” di San Nicola.
Lo scifo è un tipo di vaso a forma di tronco di cono rovesciato, con due anse oblique, di solito molto capace, in uso presso gli antichi greci.
Anche a Lucca sulla trave che sovrasta la porta destra della chiesa di san Salvatore c’è un altorilievo sul miracolo di san Nicola. Lo raccontano su Lucca Curiosa: https://youtu.be/KGq7TV2OXaE “
L’architettura romanica è lo stile del creare proprio dell’arte romanica, che si diffuse in Europa nell’XI XII secolo, fino all’affermazione dell’arte gotica, cioè verso la metà del XII secolo.
L’architettura romanica presenta diverse caratteristiche distintive:
- Uso delle volte: Le coperture a volta, in particolare le volte a crociera, sono un elemento distintivo dell’architettura romanica. Queste strutture permettevano di coprire grandi spazi e conferivano agli edifici un aspetto monumentale.
- Archi a tutto sesto: Gli archi a tutto sesto, o semicircolari, sono un altro elemento tipico. Questi archi erano utilizzati sia nelle strutture portanti che nelle decorazioni.
- Murature massicce: Le pareti degli edifici romanici erano spesso molto spesse e massicce, costruite con pietre squadrate e regolari. Questo conferiva agli edifici un aspetto solido e robusto.
- Piantine a croce latina: Le chiese romaniche erano spesso progettate con una pianta a croce latina, con una navata centrale e due navate laterali.
- Decorazioni scultoree: Le decorazioni scultoree erano molto comuni, soprattutto sui capitelli, sugli architravi e sui portali. Queste sculture spesso raffiguravano scene bibliche, animali e motivi vegetali.
- Cripte: Le cripte erano un elemento comune nelle chiese romaniche, spesso situate sotto il coro e utilizzate per conservare reliquie sacre.
- Arcate cieche: Le pareti esterne degli edifici romanici erano spesso decorate con arcate cieche, che creavano un effetto ritmico e decorativo.